Artigiani: “La Petrognola” vola in Australia e in Giappone. Presto anche la birra salva-punti per camionisti

mercoledì, 22 febbraio 2012, 11:21

Il prossimo obiettivo è commercializzare la birra salva-punti per gli autotrasportatori a basso tasso alcolico ma intanto “La Petrognola”, la birra al farro pluripremiata prodotta artigianalmente in Garfagnana (info su www. www.lapetrognola.com), è pronta a volare in Australia e Giappone per deliziare il palato di migliaia di nuovi appassionati. La crisi si affrontare anche così…

Storia singolare quella della “nera” di Roberto Giannarelli, 48 anni di cui 28 spesi su un camion a fare l’autotrasportatore condividendo, nel tempo libero, la sua più grande passione: la birra appunto. “Ho iniziato in casa utilizzando la pentola di mia nonna – ricorda il Re dei Birrai al Farro – oggi realizzo il mio sogno. Per sette anni ho fatto il doppio lavoro: ho investito tutti i miei risparmi nel birrificio ma oggi posso dire di essere un uomo felice. Ma che sacrifici però…”. “La Petrognola” fa parte della straordinaria galassia di imprese di Cna (info su www.cnalucca.it) che sanno unire artigianalità, imprenditorialità e creatività. “La nostra terra è ricca di imprese originali – analizza Ugo Da Prato, Presidente Provinciale Cna – che sanno affrontare la crisi con coraggio ed aggredire mercati che, nonostante le ridotte dimensioni aziendali, possono sembrare impenetrabili. Sono un segnale importante per tutta la nostra economia di vivacità ed imprenditorialità”.

Al farro, la specialità della casa, la prima e la più richiesta sul mercato, e al castagno, classica e rossa, bionda e persino al mosto di Bolgheri Doc – la Birra Cudera di Etienne Hunyady: le sue ricette hanno conquistato hotel, ristoranti e bar di mezza Italia ed ora sono pronte al grande salto. “E’ una nuova ed appassionante sfida poter confrontarsi con mercati diversi. Personalmente – racconta il vulcanico imprenditore – è gratificante esportare all’estero i prodotti della nostra terra: il Made in Tuscany, e prima di tutto, il Made in Garfagnana”. Sulla rotta di Australia e Giappone finiranno i prodotti di punta della linea de “La Petrognola” come la 100% farro: ”Tentiamo l’approccio facendo conoscere ad un consumatore completamente nuovo ed abituato alle birre standardizzate un prodotto che nasce qui e che racconta della nostra terra e della nostra Toscana – spiega Giannarelli – le nostre birre hanno un potere evocativo e un forte appeal. Sono particolari e per questo uniche”.

Ti basta menzionare una delle birre con qualsiasi cultore per capire che “La Petrognola” è un mito. “Porto personalmente il farro crudo che acquisto in Garfagnana a Norimberga, la patria della birra, per farlo maltare – racconta orgoglioso – unisco tradizione, territorio e passione”. A ricordare il legame con la Toscana, dalla Garfagnana all’Elba, dalla Maremma a Firenze, sono i nomi evocatici della linea “Le Magnifiche”: la “Garfagnina” e la “Maremmana” a base di farro, la “Marron” a base di castagne, la chiara doppio malto “Versiliese”, la chiara normale “Florenzia” e la rossa doppio malto “Elbana”. “Una buona dose di questo successo credo sia imputabile proprio al legame che riusciamo a mantenere con il territorio e all’originalità di un prodotto che è unico nel suo genere”. Attualmente sono poco meno di 300 mila le bottiglie prodotte dal birrificio artigianale: tutto il procedimento è completato nel modernissimo quartier generale di Piazza al Serchio. Il 40% della richiesta è per le birre al farro: “Facciamo tutti qui: dalla macinazione dei cereali passando alla bollitura e luppolatura fino all’imbottigliamento”. Il Birrificio non è solo una “fabbrica” è anche un laboratorio dove abitano idee e sperimentazione: “L’autotrasportatore – svela il nuovo progetto l’ex camionista oggi birraio – non può concedersi una birra se guida ed il nuovo codice stradale in questo senso è molto restrittivo. Sto lavorando ad una birra, la mezza Petrognola, ho già anche il nome, con tasso alcolico 2,8 che i camionisti potranno bere tranquillamente senza incorrere in sanzioni. L’ho già sperimentata con tanto di prova palloncino: sono rimasto abbondantemente al di sotto della soglia rischio”.

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