Trasporti, allarme Fita Cna per le imprese della provincia. Difficoltà per i duemila addetti per l’aumento del gasolio e dei pedaggi

Trasporti, allarme Fita Cna per le imprese della provincia. Difficoltà per i duemila addetti per l’aumento del gasolio e dei pedaggi

L’aumento dei prezzi del gasolio sta mettendo in seria difficoltà anche le 745 imprese della nostra provincia che lavorano nel settore dei trasporti.
Si tratta di oltre duemila persone che vivono l’ultima stangata come pesantissima perché condiziona fortemente la principale fonte di energia utilizzata per alimentare i motori dei camion tramite i quali si svolge il loro lavoro.
“Con questi costi, l’Italia sale al terzo posto nella graduatoria dei prezzi del gasolio alla pompa più alti d’Europa – spiega Alessandro Albani, presidente del settore trasporti Fita Cna provincia di Lucca – ce lo dice l’osservatorio sui prezzi dell’energia della Commissione europea, che al 2 gennaio scorso evidenzia un prezzo di 1,890 euro al litro. Sbalordisce che a far lievitare a dismisura il costo del carburante sia l’incremento di accisa e tasse sull’accisa, passate da una incidenza sul prezzo finale pari al 38,7% lo scorso 5 dicembre al 50,69% attuale”.
Un gravoso fardello a cui si aggiungono gli aumenti di tutte le voci di costo correlate a questa attività.

“In particolare – continua Albani – l’aumento del 2% sulle tariffe che ASPI ha applicato a decorrere dal primo gennaio 2023 sulle tratte autostradali di cui è concessionaria. Una impresa di autotrasporto percorre mediamente il 70% su tratte autostradali e questo aggiornamento costerà circa 300 euro l’anno per ogni veicolo di cui ha disponibilità. Una misura, peraltro, in palese contraddizione con i disagi, consistenti e purtroppo anche drammatici, ascrivibili al comportamento di Autostrade per l’Italia nella gestione della rete autostradale di sua competenza. Criticità accertate, e già sanzionate dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato, che continuano a determinare gravi danni all’economia, soprattutto alle imprese di trasporto, a causa dei maggiori tempi di percorrenza che si riverberano inesorabilmente sui costi di gestione e sulla qualità della vita”.
Il risultato, secondo Cna, è che dal primo gennaio scorso i pedaggi autostradali e il rifornimento per un veicolo pesante incideranno per 10.300 euro in più l’anno sulle casse delle società di trasporto.
“Una situazione insostenibile – conclude Albani – che, nell’immediato, richiede perlomeno un intervento in grado di riportare il prezzo del gasolio alla pompa al livello medio europeo”.

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