<strong>Il calzaturiero perde imprese e dipendenti</strong>

Il calzaturiero perde imprese e dipendenti

La Cna organizza un incontro a Capannori

Un importante incontro per il settore calzaturiero in provincia di Lucca organizzato da Cna Federmoda e l’Istituto per il Commercio Estero (ICE), con la collaborazione di Tuscany 4 shoes, sarà organizzato ad inizio 2025 a Capannori.

Per l’occasione saranno presenti diversi committenti internazionali.

Sul tavolo dei lavori ci saranno le problematiche di un settore, quello della moda, che sta subendo un tracollo che ha visto come unico precedente la pandemia da Covid-19.

“Sono soprattutto le micro e piccole imprese della filiera – spiega Stephano Tesi, direttore Cna Lucca – che rappresentano l’asse portante dell’intera catena di produzione, a farne le spese con inaccettabili e drammatiche conseguenze economiche e sociali con magazzini pieni a causa dell’assenza di ordinativi, con in Toscana il calo del 40% degli ordini e lavoratori in cassa integrazione ormai da diverse settimane”.

Il settore calzaturiero in Provincia di Lucca conta ancora 338 imprese, delle quali 139 artigiane, con un complessivo di 2.213 dipendenti, che hanno subito una perdita di 101 imprese e di 600 lavoratori dal 2019 ad oggi.

“E’ un settore che ha necessità di essere sostenuto – dice Tesi – essendo un’espressione del nostro Made in Italy che rappresenta un fattore essenziale per l’estero. L’Italia è da sempre leader indiscusso tra i produttori di calzature di fascia alta e lusso, ad elevato contenuto moda. Nel 2023 l’Italia si è confermata di gran lunga il primo produttore di calzature dell’Unione Europea (con 147,9 milioni di paia prodotte, circa il 30% del totale)”. 

Per la Cna di Lucca un ruolo essenziale per la tenuta e il consolidamento del settore è l’attività della rete di imprese del calzaturiero “Tuscany 4 shoes”, che associa 62 imprese.

“Abbiamo apprezzato la proroga al 31 dicembre della cassa integrazione da parte del Consiglio dei Ministri, che riteniamo utile a contrastare la crisi occupazionale – continua il direttore Cna Lucca – E’ comunque un provvedimento insufficiente. Sulla base di nostre stime, a partire da febbraio 2025, potrebbe verificarsi un aumento del 30% delle imprese artigiane che terminano i periodi di copertura della cassa integrazione in deroga”.

Un altro dato che evidenza lo stato di crisi è il forte incremento degli strumenti di sostegno al reddito.

“In Toscana le richieste sono triplicate nel corso del 2024 – conclude Tesi – ed è per questo motivo che occorre estendere il periodo di copertura della cassa integrazione per scongiurare la perdita di posti di lavoro. Riteniamo quindi indispensabile anche nel 2025 estendere di almeno dodici settimane il periodo di cassa integrazione in deroga per le imprese del settore”.

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