Indagine Cna sul carnevale

Indagine Cna sul carnevale

Duecentotrenta milioni di euro di giro d’affari per il Carnevale. Otto milioni e mezzo in più dello scorso anno. Il Carnevale 2019 cresce di quasi quattro volte rispetto al Prodotto interno lordo. Venezia in cima al podio e Viareggio damigella di lusso

 A Carnevale ogni scherzo vale. Ma un movimento economico vicino ai 230 milioni è tutt’altro che uno scherzo. Soprattutto se cresce a un ritmo quasi quattro volte superiore a quello del prodotto interno lordo. Numeri che testimoniano, anche in materie di feste, il ritorno alla tradizione. E al momento di giocosa rottura rispetto al quotidiano che risale a oltre duemila cinquecento anni fa e avrà il culmine in martedì 5 marzo, Martedì grasso. Per quest’anno il giro d’affari mosso dal Carnevale arriverà a 228,5 milioni di euro, otto milioni e mezzo più dell’anno scorso e 28,5 milioni più del 2017. La crescita relativa, quindi, è del 3,7% sul 2018 e del 9,25% sul 2017. A rilevarlo una indagine del Centro studi CNA condotta in collaborazione con CNA Turismo e Commercio tra le imprese associate alla Confederazione coinvolte nelle attività carnascialesche. Imprese che registrano in maniera crescente l’impennata di una nuova forma di turismo legata al Carnevale: il turismo esperienziale. Dalla realizzazione di maschere e di costumi alla produzione di piatti tipici, salati e dolci, sono sempre di più i turisti, italiani e stranieri, di ogni età e fascia sociale, che hanno voglia di partecipare, oltre che di assistere, di agire, di “sporcarsi le mani”. Alle spalle di Venezia che, con un giro di affari stimato intorno ai 65 milioni, fa la parte del leone, c’è subito Viareggio che si piazza al secondo posto per movimento economico generato dal Carnevale.

Per la fabbrica delle emozioni e del divertimento dei bambini di ogni età il giro d’affari legato ai festeggiamenti quest’anno Viareggio dovrebbe toccare i 30 milioni, in ascesa tanto sul 2018 (28 milioni) quanto sul 2017 (26 milioni).

“Il nucleo motore del carnevale versiliano, ovviamente – dicono alla Cna – è rappresentato dai carri allegorici che sfilano nel circuito ad anello del lungomare e mettono in mostra i tesori di una cittadina ritenuta la capitale dell’architettura italiana del primo novecento, tra edifici liberty, decò, eclettici. Sfilate a parte, i carri e tutto quel che c’è dietro costituiscono un’attrattiva permanente”.

“Per scoprire che cosa ci sia dietro la complessa macchina organizzativa del Carnevale a Viareggio – prosegue l’analisi Cna – in piedi un anno intero, bisogna andare alla Cittadella, al Museo dedicato a Burlamacco e al laboratorio didattico dedicato alla manipolazione della creta e della “carta a calco”, più povera della cartapesta, materie prime delle opere d’arte issate sui carri, dove il visitatore anche inesperto può modellare e lavorare”.

A poca distanza gli spazi artigiani, dai quali quest’anno sono usciti i tredici carri impegnati complessivamente nelle sfilate: nove di prima categoria e quattro di seconda, più piccoli. Qualche carro, come altri in precedenza, non è destinato alla pensione: alcuni pezzi rimarchevoli che in passato hanno sfilato per le strade di Viareggio sono ospitati in musei internazionali (a esempio, a Detroit) o riutilizzati altrove, è il caso del Carnevale di New Orleans.

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