Prodotta a Massarosa la mascherina che protegge anche l’ambiente

Prodotta a Massarosa la mascherina che protegge anche l’ambiente

Difende dal virus e evita l’inquinamento ambientale. Arriva da Lucca una delle risposte più apprezzate per le esigenze di dispositivi di protezione individuale in questo particolare momento della nostra vita condizionata dalla presenza del Corona Virus. Con la collaborazione del centro di ricerca Rifiuti Zero di Capannori e Zero Waste Italia, viene prodotta a Massarosa una mascherina monouso in tessuto filtrante di cellulosa e cotone che protegge le persone e, contemporaneamente, l’ambiente. Arya è il nome del nuovo prodotto appositamente creato dall’agenzia Oroburro e disegnata da Stefano Giovacchini che tiene conto della nostra salute, ma anche dell’impatto che questi dispositivi avranno sull’ambiente.

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Coronavirus, da venerdì 24 aprile consentita la vendita di cibo da asporto. La CNA esprime soddisfazione.

Coronavirus, da venerdì 24 aprile consentita la vendita di cibo da asporto. La CNA esprime soddisfazione.

Da venerdì 24 aprile in Toscana ristoranti e locali che somministrano alimenti potranno vendere cibo da asporto. Lo dispone l’ordinanza firmata dal presidente Enrico Rossi, la numero 41. La vendita da asporto, che potranno effettuare tutti i ristoranti e i locali, anche artigianali, dovrà essere effettuata previa ordinazione on-line o telefonica. Oltre agli esercizi di somministrazione di cui all’art. 47 della L.R. 62/2018, in seguito a un chiarimento richiesto dalla CNA, possono effettuare la vendita per asporto le attività artigiane alimentari quali gelaterie, pasticcerie, pizzerie al taglio, rosticcerie, piadinerie, friggitorie e simili.

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Preoccupazione fra gli operatori del mercato di Forte dei Marmi

Preoccupazione fra gli operatori del mercato di Forte dei Marmi

La Cna chiede al Comune di indicare il periodo in cui potranno riaprire.

E’ grande preoccupazione fra gli operatori ambulanti di Forte dei Marmi a fronte della situazione di fermo che da più di un mese investe anche questa categoria. A destare attenzione è il futuro degli operatori su area pubblica e, di conseguenza, delle loro famiglie dopo un inverno disastroso. “Aspettavamo con apprensione la stagione pasquale per avere una boccata di ossigeno – spiegano Cristina Lorenzini e Sabrina Frediani della Cna ambulanti – e, invece, ci troviamo senza nessuna entrata da oltre un mese. Il nostro lavoro deve lottare quotidianamente con tante problematiche fra cui le condizioni meteo, la presenza della grande distribuzione, l’incremento delle vendite on line”. “Tutto questo crea incertezza – dicono Lorenzini e Frediani – e non sappiamo se fare o meno acquisti e investimenti per affrontare una stagione estiva che non sappiamo come si presenterà. Chi di noi ha già la merce in magazzino si trova in difficoltà perché deve affrontare i pagamenti in calendario senza avere alcuna entrata. Oltre a questo, le nostre attività producono lavoro stagionale e non sappiamo se rinnovare i contratti ai dipendenti”. Gli operatori sono fiduciosi di poter lavorare seguendo tutte le normative di sicurezza, avvantaggiati dal fatto di lavorare all’aria aperta dove i contagi sono meno facili che nei luoghi chiusi. “Chiediamo comunque ai Comuni della Versilia – concludono le rappresentanti Cna – che rendano noto, almeno indicativamente, il periodo in cui sarà possibile riaprire le nostre attività, cercando di salvare almeno in parte una stagione già gravemente compromessa”.

Fondo “prima casa”, la battaglia della CNA trova sostegno nella maggioranza

Fondo “prima casa”, la battaglia della CNA trova sostegno nella maggioranza

Trova sostegno nella maggioranza di governo la battaglia della CNA a favore degli artigiani e delle altre categorie del lavoro autonomo esclusi dai benefici del Fondo solidarietà “prima casa” previsto dal Decreto Cura Italia. A chiedere che “il governo intervenga per porre fine a una insensata discriminazione” è stata la deputata Sara Moretto, capogruppo di Italia Viva nella commissione Attività produttive, Commercio e Turismo della Camera. Moretto ha scritto al ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, e al sottosegretario Pier Paolo Baretta recependo le istanze della nostra Confederazione e chiedendo all’esecutivo di fare un passo indietro rispetto alla “ingiusta esclusione di questi piccoli imprenditori che sono tra i più colpiti in questo momento di difficoltà”. CNA per prima aveva segnalato a Gualtieri la necessità di modificare l’art. 4 del decreto attuativo del 25 marzo, che ammette ai benefici del Fondo soltanto le attività indicate all’art. 1 della legge 22 maggio 2017 n. 8. In questo modo non possono accedere al Fondo Gasparrini gli artigiani, i piccoli commercianti, i coltivatori diretti. Il decreto esclude, inoltre, i liberi professionisti non ordinisti, ammettendo soltanto coloro che aderiscono ad associazioni professionali iscritte nell’elenco del ministero dello Sviluppo economico.

La Cna scrive a Rossi

La Cna scrive a Rossi

E’ necessario riaprire subito e istituire un protocollo di misure di sicurezza. 

“Un mancato rapido riavvio causerebbe danni incalcolabili al sistema imprenditoriale, rallentamenti e paralisi in larghe fasce produttive di beni e servizi”. Con queste parole la Cna si è rivolta al presidente della Regione Toscana Enrico Rossi affermando che le nostre imprese, strette tra l’emergenza sanitaria e quella economica, non si possono permettere di restare ferme oltre, pena la tenuta dell’intero sistema economico, già messo a dura prova in queste settimane.

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Per la fase 2 subito un tavolo regionale per le linee guida per la sicurezza

Per la fase 2 subito un tavolo regionale per le linee guida per la sicurezza

Uscire dalle logiche di settore. Si riparte con un’agenda chiara ed un quadro certo di regole

Progressiva riapertura delle attività e un protocollo di misure di sicurezza: sono le due priorità su cui concentrare al massimo gli sforzi per non pregiudicare la tenuta del sistema economico messo a dura prova dal lockdown che proseguirà fino al 3 maggio. Il decreto liquidità ha deluso le aspettative di far arrivare con tempestività alle imprese le risorse di cui hanno bisogno per fronteggiare l’emergenza economica causata dal Covid 19: troppi ostacoli e poco tempo per il rimborso, quando invece servirebbero procedure semplici e veloci e almeno 10 anni per restituire il credito.

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Decreto Liquidità CNA: “Solo una impresa su tre può usufruire della sospensione dei pagamenti. Lo Stato così non si mostra vicino agli imprenditori. Si intervenga immediatamente”

Decreto Liquidità CNA: “Solo una impresa su tre può usufruire della sospensione dei pagamenti. Lo Stato così non si mostra vicino agli imprenditori. Si intervenga immediatamente”

Le nuove regole per beneficiare della sospensione dei pagamenti possono essere utilizzate solo da una impresa su tre, escludendo centinaia di migliaia di imprese in difficoltà finanziarie causa Covid-19.
La CNA lancia un grido di allarme riguardo alla limitazione del diritto a sospendere i prossimi pagamenti fiscali e contributivi collegata esclusivamente alla riduzione del fatturato nella misura minima del 33% rispetto a quello conseguito nello stesso mese dell’anno precedente. Una condizione che per difficoltà nel ricostruire la corretta imputazione delle fatture di competenza dei periodi da mettere a confronto, e per la non coincidenza tra fatturazione e incasso rischia di obbligare ad effettuare i versamenti già del prossimo 16 aprile a centinaia di migliaia di imprese che non hanno disponibilità finanziarie, includendo quelle che sono state costrette a interrompere l’attività a seguito dei decreti delle scorse settimane. Il decreto liquidità dimostra di essere estremamente penalizzante per i soggetti più in difficoltà.
Oltre a rischiare di non concedere vero credito aggiuntivo alle imprese non si provvede neanche ad allargare la sospensione dei pagamenti ai tributi locali e agli avvisi bonari, si illude e si delude.
Si provveda immediatamente a escludere tutte le attività chiuse a seguito delle disposizioni di legge e si riduca drasticamente la percentuale del 33% di riduzione del fatturato se non si vuole aggravare definitivamente situazione e gettare nella disperazione migliaia di artigiani e piccoli imprenditori. Lo Stato in questo momento sia con i fatti davvero vicino agli imprenditori.

Obbligo sanificazione studi e aziende per COVID-19

Obbligo sanificazione studi e aziende per COVID-19

Secondo la circolare del Ministero della Salute, l’adempimento è da considerare inderogabile nel caso di positività conclamata al coronavirus.

Per gli operatori non interessati dai provvedimenti di chiusura, il protocollo d’intesa 14.03.2020 tra Governo e sindacati prevede una serie di misure straordinarie (informazioni al personale dipendente, modalità di accesso dei fornitori, precauzioni igieniche personali, gestione degli spazi comuni, dispositivi di protezione individuali, ecc.).

Il punto 4 del protocollo prevede che l’azienda assicuri la pulizia giornaliera e la sanificazione periodica di locali, ambienti, postazioni di lavoro e aree comuni. Il Ministero della Salute (circolare 22.02,2020, n. 5443) ha precisato le regole per la decontaminazione dei locali dove hanno soggiornato casi confermati di COVID-19.

Conseguenze – Per l’azienda o studio professionale che hanno proseguito l’attività, è quindi obbligatorio procedere alla “sanificazione periodica”; l’inosservanza di tale obbligo potrebbe comportare la rivalsa dell’Inail e gravi conseguenze legali nel caso di conseguenze per la salute dei lavoratori.

Sanificazione – La circolare del Ministero della Salute n. 5443/2020 prevede unicamente il caso di pulizia (non viene utilizzato il termine “sanificazione”) di ambienti non sanitari dove abbiano soggiornato casi confermati di COVID-19; tali operazioni devono essere eseguite:

  1. da imprese autorizzate ai sensi del D.M. 274/1997, che al termine dell’intervento rilasceranno apposita certificazione riguardante l’avvenuto intervento;

2. nel rispetto dei protocolli (mascherine FFP2 o FFP3, camice monouso, svestizione, smaltimento dei DPI monouso come materiale potenzialmente infetto, ecc.).

Credito d’imposta – Per le spese di sanificazione è riconosciuto un credito di imposta pari al 50% delle spese stesse, con un massimo di € 20.000 per impresa/studio, attingendo dallo stanziamento di € 50 milioni previsto dall’art. 64, D.L. 18/2020.

Cassa integrazione – La particolare rilevanza della procedura di sanificazione legittima la richiesta di ammortizzatori sociali, per espressa previsione del DPCM 11.03.2020: per esempio, l’azienda potrà decidere di procedere alla sanificazione, oltre che all’esito della presenza di un caso confermato di COVID19, tutti i venerdì o una volta al mese; per quella giornata è possibile richiedere la cassa integrazione, sospendendo (in tutto o in parte) l’attività produttiva.

Articolo tratto da: Ratio Quotidiano

L’importanza dell’igiene negli ambienti di lavoro

L’importanza dell’igiene negli ambienti di lavoro

Oltre 250 imprese e 600 lavoratori impegnati in un delicato lavoro in Provincia di Lucca.
L’emergenza che ha colpito il nostro Paese ha dato risalto all’importanza dell’igiene, personale e ambientale e, soprattutto al valore di tutti quei professionisti, dalla piccola, alla grande impresa al singolo operatore, che quotidianamente lavorano per mantenere sani e sicuri gli spazi in cui viviamo, lavoriamo e trascorriamo il nostro tempo libero. Nella provincia di Lucca si parla di oltre 250 imprese che occupano circa 600 addetti, fra imprenditori e dipendenti.

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Emergenza epidemiologica COVID-19:  RINVIATO L’AVVISO PUBBLICO ISI

Emergenza epidemiologica COVID-19:  RINVIATO L’AVVISO PUBBLICO ISI

Rinviate tutte le fasi del bando Isi 2019. Il nuovo calendario sarà pubblicato entro il 31 maggio 2020. Sospensione dal 23 febbraio al 15 aprile dei termini amministrativi previsti nei bandi Isi precedenti. Sarà cura della CNA informare le imprese associate sulla riapertura del bando e sulle scadenze previste dal nuovo calendario.

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