La Cna chiede di superare la restrizione di un’unica cessione del credito.
“Un altro, l’ennesimo, intervento che va a modificare criteri e procedure dei bonus edilizi: in questo modo, l’unico effetto che si scatena è il disorientamento tra le imprese del settore edilizia e impiantistica e dei clienti, con la conseguenza di un nuovo blocco del mercato della riqualificazione”.
Così i presidenti provinciali di Cna Costruzioni, Marco Magnani e di Cba Installatori Impianti, Francesco Belluomini, in merito all’ennesimo intervento che apporta modifiche a criteri e procedure dei bonus edilizi ed al DL Sostegni nella parte in cui prevede che il credito d’imposta possa essere ceduto una sola volta.
“Le frodi che stanno emergendo non hanno nulla a che fare con l’attività delle nostre piccole imprese – continuano – L’obiettivo di contrastare le scorrettezze nel mercato della riqualificazione si persegue punendo chi opera in modo disonesto attraverso una serrata attività di controllo, non intervenendo indistintamente con la modifica, ancora una volta, delle regole del gioco. E invece si introduce l’impossibilità di una successiva cessione del credito dopo la prima, una ipotesi che penalizza indiscriminatamente cittadini e imprese ed è destinata a ridurre inevitabilmente la disponibilità degli intermediari a garantire crediti oltre la propria capacità di utilizzarli”.
“Questi continui cambiamenti nella gestione dei bonus fiscali mettono in crisi le nostre imprese: non è possibile andare a rivedere continuamente le condizioni contrattuali e procedurali con i nostri clienti, committenti dei lavori per i quali abbiamo assunto precisi impegni di esecuzione e penali per mancato rispetto – prosegue Magnani – Forse poi non è ben chiaro che le imprese programmano i propri interventi e che sulla base di contratti sottoscritti con i vari istituti di credito hanno pianificato le proprie attività, acquistato nuova attrezzatura e materiali, alcuni dei quali quasi introvabili ed a prezzi in continuo aumento o addirittura assunto nuova manodopera”.
“Ancora una volta, un’entrata a gamba tesa che mette a rischio uno strumento che sembra funzionare tanto sul fronte ambientale quanto su quello economico. E penalizza soprattutto artigiani, micro e piccole imprese che grazie ai bonus si stanno lentamente risollevando da una crisi terribile. Ormai ogni mese ci troviamo di fronte ad una nuova norma che genera confusione e controversie e, con questa ultima modifica sarà ancora più difficile per le imprese cedere il credito. Conseguenze? Si arriverà senza dubbio ad un ulteriore blocco dei cantieri”, interviene Belluomini.
La notizia di questa spiacevole novità sta creando infatti disorientamento e provocando scoramento tra i proprietari e i titolari di imprese che intravedono nuove difficoltà nel cedere il proprio credito e quindi di realizzare i lavori così come programmati. In pratica, per i crediti già oggetto di cessione al 7 febbraio (giorno dell’entrata in vigore dell’obbligo, una volta che sarà confermato dal testo ufficiale) sarà possibile una sola ulteriore cessione. Ed il problema ricadrà nell’immediato su tutti i lavori in opera: la violazione delle nuove norme determinerà la nullità delle cessione del credito.
“È urgente – concludono Magnani e Belluomini – che venga rivisto il testo prima che sia pubblicato dalla Gazzetta Ufficiale e che si superi la restrizione di un’unica cessione del credito, soprattutto introdotta così, di punto in bianco, senza dare nemmeno il tempo alle aziende di potersi riorganizzare. Diciamo basta ad un impianto normativo confusionario e in continuo mutamento e chiediamo risposte univoche e chiare al più presto possibile”.
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