“L’impatto dell’aumento del carburante è talmente penalizzante, per un settore già colpito duramente dalla crisi pandemica, che si scaricherà sui margini di profitto e sul valore aggiunto di ciascuna impresa”. Ne è certo Marzio Paganelli presidente della categoria dei noleggiatori con conducente della Cna, l’associazione che da settimane propone soluzioni al Governo per superare la pesante fase di aumento dei carburanti.
“In particolare, ad andare in difficoltà prima di altri – spiega Paganelli – saranno le imprese di bus che operano in sub affidamento nei servizi di trasporto pubblico locale, le imprese di noleggio con conducente auto e gli autobus in un mercato, quello turistico, che non ha mai dato cenni di ripresa”.
A fronte delle più recenti impennate, che si sommano al peso di accise e IVA, si registra al dieci febbraio scorso un prezzo finale del gasolio alla pompa pari a 1,708 euro al litro, tale da evidenziare un aumento di 39 centesimi rispetto allo stesso periodo del 2020 (1,316 euro al litro).
In questi giorni, il prezzo è salito oltre i 2,200 euro al litro, con un aumento del 29% in trenta giorni, per un complessivo del 67% rispetto al 2020.
“Con l’anomalia ulteriore che il prezzo del gasolio – dice Paganelli – ha superato il prezzo della benzina. Da rilevare che in Europa siamo il primo Paese per le accise sul gasolio (0,62 al litro) e il secondo per la benzina (0,73 al litro); sommando accise e Iva si arriva a oltre la metà del prezzo del carburante”.
“Ancor più significativo è l’aumento del prezzo del metano per autotrazione – prosegue il rappresentante Cna – il quale, rispetto al 2018, registra una maggiorazione pari all’86,60%. Per paradosso, una stangata che penalizza le imprese che hanno effettuato investimenti green. Le cause sono l’aumento del greggio dovuto alla ripresa economica, aggravato l’ultimo mese dall’aggressione della Russia all’Ucraina, ma anche a una speculazione in corso, come rilevato dal ministro Cingolani, che ha evidenziato anche le difficoltà del rifornimento”.
Le proposte che la Cna sta proponendo vanno dal blocco dei prezzi del carburante al credito d’imposta temporaneo del 30% a favore dell’imprese per recuperare gli aumenti fiscali.
“È giunto il momento di prevedere l’introduzione del cosiddetto “carburante professionale” – conclude Paganelli – con prezzo calmierato alla pompa, come già avviene per il carburante agricolo e un credito d’imposta sui costi di acquisto del carburante”.
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