Il pagamento del servizio di raccolta e di smaltimento dei rifiuti (TARI) per le imprese artigianali è al centro degli incontri che la CNA ha chiesto nei giorni scorsi ai sindaci della provincia. La richiesta della associazione degli artigiani riguarda la modulazione della tariffa in modo da renderla commisurata all’effettivo utilizzo dei servizi ed alla produzione reale di rifiuti urbani. Altra richiesta è stata inviata all’ATO Costa per avviare una fase di concertazione per la redazione di un regolamento unico di gestione dei rifiuti urbani e di igiene ambientale.
I comuni in questa fase dell’anno stanno predisponendo le scelte per la redazione del bilancio di previsione 2017 ed è prima della chiusura di questo passaggio che la CNA intende rappresentare il punto di vista del sistema di imprese dedite alla produzione e realizzazione di prodotti e servizi sul territorio provinciale. Il problema principale riguarda l’attuazione della legge che definisce le superfici da tassare. In questo momento le aziende, infatti, si trovano a pagare due volte: obbligate, da una parte, al pagamento della tariffa comunale e, dall’altra, a dover gestire i propri rifiuti speciali con smaltitori professionali.
“La legge di stabilità del 2014 – spiega il presidente CNA Andrea Giannecchini – stabilisce che la superficie su cui pagare la Tari non deve tenere conto di quelle parti dove si formano rifiuti speciali. Considerando, quindi, intassabili le aree sulle quali si svolgono lavorazioni artigianali/industriali che in genere producono in via prevalente rifiuti speciali. Per questo, visto che il Ministero ha fatto chiarezza sulla situazione, è inaccettabile che alcuni Comuni continuino a richiedere le aliquote anche per quelle superfici che sono esenti”. “E’ necessario – precisa Giannecchini – che nella fase della redazione del bilancio previsionale annuale i comuni e le imprese che gestiscono i servizi integrati dei rifiuti si facciano carico di una nuova attenzione nei confronti delle imprese, della razionalizzazione dei costi, della maggiore efficienza del servizio e della uniformità di regolamenti, tariffe e modalità operative”.
Per questo la Cna chiederà ai sindaci una ripartizione realistica del peso e dei relativi costi fra utenze domestiche e non domestiche.
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