TRASMISSIONE TELEMATICA CORRISPETTIVI – MORATORIA NEL DECRETO CRESCITA – CONFERMATA L’INTERPRETAZIONE CNA

TRASMISSIONE TELEMATICA CORRISPETTIVI – MORATORIA NEL DECRETO CRESCITA – CONFERMATA L’INTERPRETAZIONE CNA

Lo scorso 29 giugno 2019 l’Agenzia delle Entrate ha confermato l’interpretazione della norma che dispone la moratoria sul primo semestre di applicazione dell’obbligo della trasmissione telematica dei corrispettivi (vedi Notizia 28 giugno 2019). Con la circolare 29 giugno 2019, n. 15/E, l’Amministrazione finanziaria sottolinea, infatti, che nel primo semestre di applicazione dell’obbligo, come prescrive la norma inserita in sede di conversione al c.d. decreto crescita (art. 12-quinquies del DL 34/2019), per evitare l’applicazione di sanzioni è sufficiente inviare i dati dei corrispettivi giornalieri entro il mese successivo a quello di effettuazione dell’operazione, a prescindere dalle modalità di memorizzazione dei dati giornalieri.

La circolare a tal fine chiarisce che:

  1. chi non ha ancora la disponibilità dei registratori telematici potrà “adempiere temporaneamente all’obbligo di memorizzazione giornaliera dei corrispettivi mediante i registratori di cassa già in uso ovvero tramite ricevute fiscali (di cui all’articolo 12, comma 1, della legge 30 dicembre 1991, n. 413 e al decreto del Presidente della Repubblica 21 dicembre 1996, n. 696)”;
  2. chi ha la disponibilità dei registratori telematici già in funzione, adempie all’obbligo della certificazione dei corrispettivi secondo le modalità previste dall’articolo 2 del D.Lgs n. 127/2015, evitando di tenere e compilare il registro dei corrispettivi, ferma restando la facoltà di inviare i dati entro il mese successivo a quello di effettuazione dell’operazione.

Si tratta di una soluzione auspicata fortemente dalla CNA e da RETE Imprese Italia che, tuttavia, evidenzia come – ancora una volta – il legislatore, oltre a trasferire gli oneri dei controlli sulle imprese, non proceda in via preliminare ad una analisi d’impatto delle nuove disposizioni sulla platea di soggetti tenuti ad applicarle e sugli intermediari che li assistono. Come anche non preveda, da subito, un adeguato periodo di sperimentazione per dare il tempo a tutti gli operatori di abituarsi al nuovo obbligo.

Lavorare in un clima di  emergenza, come in questo caso con una norma entrata in vigore due giorni prima dell’avvio del nuovo obbligo, non fa che aumentare i costi (non solo economici) derivanti dall’introduzione di nuovi adempimenti, mettendo in secondo piano soluzioni mitigate di avvio degli obblighi fiscali.

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