La Cna di Lucca interviene su un cambiamento in atto che avrà un grande impatto sul territorio e che, nonostante la sua portata storica, paradossalmente non sembra suscitare il giusto grado di attenzione. Per questo chiede al mondo delle imprese e alla politica l’apertura di un dibattito e di una riflessione seria sulla gestione del futuro della Camera di Commercio di Lucca. A fine agosto scorso, infatti, è passato il decreto legge che prevede il riordino delle Camere di Commercio e ne ridefinisce le funzioni stabilendo tempistiche certe sulla sua definitiva attuazione.
Con questa legge si prevede che le Camere di Commercio passino da 105 a 60 sul territorio nazionale, viene ridotto il diritto annuale del 50% entro il 2017, va verso una riduzione i membri dei consigli (insieme ad una riorganizzazione delle società) e verso la ridefinizione dei servizi che le Camere dovranno erogare sul territorio.
Una riforma che sembra apparentemente andare nella direzione di una riduzione degli sprechi e quindi degli oneri da parte delle imprese, ma che, in realtà, secondo il presidente CNA Andrea Giannecchini, se da una parte centra solo alcuni degli obiettivi che si era prefissata, dall’altro avrà effetti negativi indiretti sull’economia del nostro territorio, gravando soprattutto sul mondo piccole e medie imprese artigiane, commerciali e di servizi.
“A seguito del taglio del diritto camerale – dice Giannecchini – che porta vantaggio in maniera consistente solo alle grandi imprese, il bilancio delle Camere viene drasticamente ridotto, incidendo in modo pesantissimo sugli interventi di animazione e sostegno all’economia che la CCIAA ha sempre portato avanti sul nostro territorio. Con la conferma della riduzione e l’impossibilità di intervenire sulla correzione del 20% a discrezione delle Camere, il piano di promozione del 2017 si ridurrà dell’80% rispetto al 2013! Lascio ai lettori l’idea dell’impatto negativo che questa eventualità causerà all’economia diffusa di tutti i settori economici, introducendo elementi di ulteriore debilitazione in questo momento difficile. Ed a pagarne le conseguenze saranno soprattutto le piccole e medie imprese artigianali, commerciali e dei servizi che non beneficeranno più delle attività e delle iniziative volte a stimolare l’economia di micro scala, perdendo quindi uno stimolo di vitale importanza. Oltre a ciò, con la ridefinizione di nuovi servizi e la necessità di recuperare finanziamenti dell’esterno, finirà che le Camere entreranno in concorrenza con quanto viene già offerto alle imprese da parte delle associazioni di categoria”.
A nulla sono valse le richieste della Unioncamere e di altri enti di arrivare gradualmente a questa situazione e, nella legge, non sono previste le forme di flessibilità che invece erano state portate avanti nel primo periodo di discussione. Anche le ultime richieste di modifica – se accettate – non cambieranno purtroppo la sostanza della riforma.
“Prendiamo atto che per noi si tratta di un vero e proprio attacco frontale alle forme di rappresentanza delle piccole e medie imprese – conferma Giannecchini – ma vista l’ineludibilità degli eventi, abbiamo il dovere di gestire la situazione e trasformarla in un’opportunità facendoci protagonisti e promotori di un grande cambiamento”.
“Diventa fondamentale la problematica delle aggregazioni territoriali, dove è indispensabile il superamento delle 75 mila imprese iscritte. Come CNA pensiamo di dovere partire da una logica di scelta di territori omogenei all’interno di un sistema economico. In questa prospettiva riteniamo la creazione di una Camera Commercio che copra le province di Lucca, Pisa e Massa Carrara, la scelta più idonea per lo sviluppo del nostro territorio e delle imprese”.
Una Camera che, per numero di imprese e di cittadini, sarebbe seconda solo a Firenze e che avrebbe al suo interno caratteristiche in grado di renderla un player di eccezione anche livello internazionale: aeroporto, università e centri ricerca, società di servizi avanzate, porti commerciali e turistici e distretti e filiere leader al mondo come cartario, lapideo, tecnologie informatiche e nautico. Con una grande peso politico ed economico ed in grado di giocare un ruolo da protagonista non solo nel contesto toscano ma anche in quello italiano ed europeo.
Il presidente Cna propone quindi di creare un fronte comune fra tutti i soggetti interessati non solo nella nostra provincia volto alla creazione di una Camera di Commercio unica.
“E’ una decisione di grande responsabilità quella che ci accingiamo a prendere; per questo dobbiamo superare i personalismi e pensare all’interesse del nostro territorio e della nostra storia. Ma è un percorso da costruire e i tempi sono strettissimi. Vedo la mia associazione protagonista – dice ancora il presidente dell’associazione degli artigiani – ma c’è altresì bisogno di una convergenza di decisioni e di interessi comuni che vadano nella stessa direzione. Una Camera costiera Toscana Nord con requisiti unici sulla scia del concetto ormai riconosciuto che in un mondo globalizzato non sono più gli Stati a competere, ma singoli territori strategicamente ben posizionati. Auspichiamo quindi l’apertura immediata di un confronto serio e di alto respiro che veda il contributo di tutti gli stakeholders su questo importante tema”.
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